par Magneto » 25 Sep 2004, 23:31
voici l article de la gazzetta, même si vous comprenez pas l italien, c est un minimum lisible, ça parle de l OM en plus un ptit peu
Il tecnico si dimette dopo la sconfitta di Bologna, ma in 25 giorni non aveva avuto un momento di pace e il gioco non decollava. Baldini: "La colpa è mia".
ROMA, 25 settembre 2004 - Le dimissioni dopo 25 giorni da non augurare neanche al peggior nemico. Rudi Voeller lascia la panchina della Roma dopo una brutta sconfitta, ma soprattutto dopo aver toccato con mano il caos che regna attualmente nel pianeta giallorosso. Dall'espulsione di Cassano alla prima giornata, al rosso di Mexes in Champions, seguito dal fattaccio Frisk e dalla squalifica europea. Senz contare i problemi tattici per dare un'identità a una squadra presa in corsa, dopo che Cesare Prandelli era stato costretto a farsi da parte per assistere la moglie malata.
"Io credo che la decisione di Voeller sia del tutto autonoma - ha spiegato il direttore sportivo Franco Baldini da Bologna -, lui è una persona molto forte, molto sana, pulita dentro. Credo che le decisioni che eventualmente maturerà saranno indipendenti da quello che la società o i tifosi potranno dirgli. Se penserà che quanto accaduto sia dipeso solo dal poco tempo che ha avuto a disposizione allora potrà recedere dalla sua decisione, altrimenti non credo lo farà". Martedì c'è già il Real Madrid. Potrebbe essere un incentivo perché Voeller cambi idea? "Se un allenatore decide che non ha la possibilità di fare il bene per la sua squadra, Madrid o non Madrid, non recede dalla sua posizione. Io credo che questa decisione possa prenderla a mente più serena". Baldini non si dice deluso per la presa di posizione del tecnico tedesco: "Anzi, come valenza dell'uomo sono rimasto confortato da questo suo gesto. Ripeto, sono deluso solo perché mi ha anticipato, avrei voluto farlo io. Qui si gioca a trovare sempre prima i colpevoli, lui è meno responsabile, sicuramente lo sono più io".
E dire che la Roma per Voeller era ben di più che un datore di lavoro. Tanto che sua moglie è proprio romana. Nella capitale arriva nel 1987, fortemente voluto dal presidente Dino Viola: diventa il «tedesco volante» che innamora i tifosi giallorossi, malgrado un infortunio che lo penalizza nella sua prima stagione. Da romanista cinque stagioni, 45 gol in campionato, la vittoria della coppa Italia nel 1990-91, anno in cui vince la classifica cannonieri della coppa Uefa persa in finale dalla Roma contro l'Inter. L'addio a Roma nel 1992 con l'arrivo del presidente Ciarrapico, quindi il passaggio al Marsiglia.
In Francia conquista un campionato (revocato) e una coppa dei Campioni battendo 1-0 il Milan in finale. Chiude la carriera a Leverkusen con il Bayer di cui diviene dirigente. Con la maglia della nazionale tedesca ha giocato 90 partite e segnato 47 gol, diventando campione del Mondo proprio a Roma, nei Mondiali italiani del 1990, sconfiggendo 1-0 l'Argentina nel suo Olimpico. Assume la guida della Germania dopo l'umiliante Europeo tedesco del 2000, conquista un'insperata finale ai Mondiali di Corea e Giappone arrendendosi soltanto al Brasile in finale. Da ct della nazionale si dimette quest'estate dopo l'eliminazione degli Europei di Portogallo. Dal 31 agosto ha accettato l'incarico come nuovo allenatore della Roma. Dopo 25 giorni d'inferno, le dimissioni di oggi.